Il Nevada, un luogo di innata bellezza caratterizzato dai suoi deserti e dalla sua storia, i cui nativi americani hanno trovato rifugio nelle gole delle sue montagne, dipingendo simboli e immagini che gli conferiscono una forte sacralità. Camminando in questi luoghi ci si trova di fronte a un libro aperto, fatto di storie e colori che ci portano in una dimensione soprannaturale. 
Il nome Nootau evoca la cultura, la sacralità e il simbolismo della tribù Paiute, tribù nativa di questa zona del Nevada vicino al Black Rock Desert, e significa "fuoco che brucia".
Attraverso questi schizzi iniziali abbiamo iniziato a progettare le diverse situazioni in cui il padiglione può essere utilizzato. L'utente è libero di spostarsi tra le diverse cavità con estrema libertà di movimento, in autonomia e avendo la possibilità di rilassarsi o ripararsi dal vento.
L'idea del progetto è quella di riprendere i percorsi creati dalla natura, definiti da forme morbide e sinuose tipiche del deserto che ospita il festival. Queste rocce sono caratterizzate da diversi livelli di stratificazione naturale, accentuati da diverse sfumature di colore. 
I contorni e le forme create dalla natura sfidano la gravità e per ricrearli abbiamo utilizzato come unico materiale una schiuma poliuretanica compatta, facile da intagliare per creare le forme più complesse.

L'unica fonte di luce è un totem centrale autosufficiente. Durante il giorno ricarica le sue batterie grazie ai pannelli solari utilizzati per creare le diverse forme; e durante la sera si accende ed è l'unica fonte di luce presente, come un fuoco all'interno di una grotta. presente, come un fuoco all'interno di una grotta.

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